domenica 31 ottobre 2010

La vera ricetta delle patate in tecia

Per l'appunto, non necessariamente nei mesi freddi l'attività orticola si arresta. Per esempio è possibile mangiare gli ortaggi prodotti durante l'estate e conservati correttamente.
Il tubero se ne sta in cantina, al riparo dalla luce e dal calore ma a volte esce e viene mangiato dall'agricoltore scaltro. Il buongustaio predilige le patate in tecia, utilizzando la ricetta originale e inconfondibile.
Chi lessa le patate non è uno vero!
Quindi ecco la vera ricetta.
Si prendono delle patate di varie dimensioni e si pelano. Questa fase non è fondamentale, quindi può essere affidata a manodopera non specializzata (mogli,. figli, parenti di secondo grado). Poi però la mano del cuoco è fondamentale. Le patate vanno infatti tagliate prima nel verso lungo in striscioline sottili di circa 0,5 cm (va bene anche di meno ma non di più). Poi vanno nuovamente tagliate sul lato corto, sempre con lo steso criterio di modo che i singoli pezzi siano più o meno omogenei. Una volta riempito, per quattro persone, uno scolapasta di patate tagliate, si può passare ad affettare finemente una cipolla, anche qui a fettine sottili che poi vanno ulteriormente tagliate nel verso opposto per ottenere pezzi piccoli.
In una padella antiaderente - questo è fondamentale e inderogabile - si fa scaldare un dito scarso d'olio d'oliva (se siete massicci l'olio può essere degnamente sostituito con lo strutto). A olio caldo mettere a cuocere la cipolla. Anche questa è una fase importante perchè non bisogna aver fretta di mettere a cuocere anche le patate, lasciando la cipolla imbiondire e ammorbidirsi per bene prima di procedere oltre.
Dopo circa 5 minuti a fuoco medio aggiungere le patate, salare abbondantemente, pepare, mescolare il tutto e incoperchiare, alzando la fiamma.
Dopo una decina di minuti si girano per bene le patate e si rimette il coperchio, operazione che va ripetuta per tre-quattro volte a intervalli più o meno brevi secondo come la fiamma arrostisce il fondo delle patate. Per capire quando le patate in tecia sono pronte basta assaggiare uno dei pezzi più grandi e verificare che non sia ancora duro. Solo a questo punto con il mestolo schiacciare come capita le patate (non tutte) in modo che il composto si amalgami un poco. Spegnere il fuoco e servire, magari con un goulash o con un sugo di arrosto o di faraona.
Tutti coloro che provassero questa ricetta probabilmente andrebbero incontro a un sonoro insuccesso in quanto manca ancora l'ingrediente segreto fondamentale per ottenere delle ottime patate in tecia.
Fin dalla taglio delle patate e della cipolla e per tutta la cottura è necessario infatti accompagnare la produzione con musica adeguata, necessariamente proveniente dai Balcani. Per tutti coloro che avessero un computer o una radio dab nei paraggi io consiglio vivamente Radio Cirilica, sempre senza pubblicità e con i migliori successi della tradizione serba e romané. Altrimenti consiglio un Saban Bajramovic o anche Fejat Sejdic d'annata.
Ecco, adesso veramente il piatto è servito.

sabato 30 ottobre 2010

Le foglie morte

Qualcuno potrebbe erroneamente pensare che l'arrivo dell'autunno coincida con un abbandono dell'attività orticola; niente di più sbagliato, anche i mesi più freddi possono garantire soddisfazioni all'agricoltore accorto e paziente.

Anche se attraverso una serie di errori dettati dall'inesperienza, negli ultimi due mesi sono stati messi a dimora i semi che daranno i propri frutti proprio durante l'inverno.
Già da raccogliere sono le prime foglioline tenere dello spinacio invernale, così come ancora buoni sono gli ultimi peperoni verdi che hanno attraversato tutta la stagione calda prima di appassire al gelo notturno.
Nelle scorse settimane l'attività agricola si è inoltre concentrata nella sistemazione complessiva del fondo e nell'attività di espianto delle produzioni ormai esaurite. Sradicati per primi i pomodori, hanno seguito la stessa sorte prima le zucchine e quindi le melanzane. Restano invece al loro posto in attesa della prossima primavera le fragoline di campo, tanto esili e incerte dopo il primo trapianto quanto oggi forti e impetuose nell'invadere gli spazi orticoli.
L'attesa è ora concentrata sui radicchi invernali, sui broccoli e sul trittico cavoli bianchi, cappucci, verze, che stanno ergendosi, non senza fatica, dal sottosuolo.

lunedì 9 agosto 2010

Si lavora oggi, non si parla

"Dal monte al piano, dalle regioni impervie alle zone fertili, dovunque è possibile aumentare il rendimento medio per ettaro della patata; se questo è possibile, questo deve essere fatto!"
Sotto il sole giaguaro dell'agosto infuocato l'Azienda di produzione agricola ha sfidato indomita la calura per estirpare la mala pianta e per raccogliere il frutto del duro lavoro invernale di sarchiatura, raspamento e innaffiatura.
Nel sottosuolo oscuro la patata è cresciuta virile e cauta in attesa della mano amica che ne cogliesse il frutto.
Ovviamente nulla può essere dato senza il copioso sudore della fronte ed ecco quindi che la manodopera agricola ha messo in campo i propri migliori mezzadri e servi della gleba. Curvi sulla terra cocente o eretti nel portamento fiero dell'agricoltore felice, i partecipanti alla Festa della patata hanno vangato e forcato la dura terra in profondità, fino alla completa emersione dei frutti tuberosi. Bisogna inoltre evidenziare come il famoso verme della patata abbia agito con discrezione solo su alcuni tuberi, lasciando completamente sana l'intera produzione. L'unico neo di una fulgida giornata sono stati i tre fetidi roditori che fino all'ultimo istante della raccolta hanno tentato di occultare le proprie sembianze fra le piante di patate. Solo all'ultimo istante si sono palesati fuggendo a balzi verso il covone e schivando i fendenti di forcone a loro indirizzati. Conclusa la raccolta nelle ore pomeridiane è iniziata una fase altrettanto importante, quella della classificazione e divisione delle patate. All'interno del Cda dell'impresa agricola la dialettica politica e la discussione si sono fatte accese oltremodo, sull'annoso tema delle patate medie. Alcuni compagni che sbagliano sostenevano infatti che i tuberi medi dovessero essere assimilati ai tuberi piccoli oppure alle patate grandi, negando quindi una piena dignità alle patate medie. Per fortuna il comitato politico centrale ha emanato in tutta fretta una circolare esplicativa nella quale viene chiaramente evidenziata la necessità di dare piena visibilità al tubero medio, le cui caratteristiche agricole e culinarie sono senza dubbio originali.
Un ultimo appunto riguarda la quantità complessiva di tuberi raccolti che a una prima stima empirica si aggira fra gli 80 e 150 chilogrammi. Stanti le condizioni ideali di conservazione in luogo asciutto, fresco e soprattutto al buio completo, si tratta di capire se le esigenze medie annuali siano in linea con il raccolto oppure se divenga necessario, in vista della prossima stagione agricola, un aumento dell'appezzamento specificatamente dedicato ai tuberi. Per i prossimi mesi intanto l'appezzamento tuberistico godrà di un periodo di recupero attraverso la nota pratica del sovescio.
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lunedì 2 agosto 2010

Prima festa della patata

Si terrà oggi martedì 3 agosto, a partire dalle 10 e fino alla conclusione della raccolta, la prima festa della patata. Organizzata dall'impresa agricola al fine di promuovere lo sviluppo agroalimentare del Nordest che lavora, la manifestazione prevede numerose iniziative di intrattenimento e svago.
Si inizierà con l'eradicamento delle erbe malefiche, cui seguirà la vangatura in profondità e infine l'estrazione manuale dei tuberi da parte di manodopera minorile e non. Qualora l'attività non dovesse essere conclusa in breve tempo, i lavori di estrazione proseguiranno anche nelle ore pomeridiane.
Festa della patata, un'appuntamento da non perdere!

venerdì 30 luglio 2010

No pasaran, hasta la victoria!

Questo pomodoro pesava almeno mezzochilo ed era quasi pronto per la raccolta.
Ma i nemici della democrazia agricola non dormono mai! Incuranti delle pillole rosse e della serrata lotta antiparassitaria topofoba, hanno continuato a sfruttare il lavoro altrui per saziare le loro torbide voglie.
Nonostante le pesanti sconfitte gli alfieri della libertà agricola non mollano e dicono "No pasaran", non ce la farete mai, perchè l'ammore vince sempre sull'odio e sul consumo abusivo di pomodori e melanzane.
Vi scoveremo in ogni pertugio infide pantegane, il deferimento ai probiviri e solo il primo, dolorosissimo ma necessario passo formale per giungere alla fine di questa infida guerra di posizione.
Hasta la victoria sempre!

venerdì 23 luglio 2010

Pillola rossa o pillola verde

cliente - Avrei delle pantegane che mangiano i miei pomodori, può fare qualcosa per me?
negoziante - Pastiglia rossa o pastiglia verde?
cliente - ..................
negoziante - Quelle verdi sono un po' più leggere, mentre quelle rosse sono più forti. Con queste se ne libera per sempre.

cliente - Mi dia pure quelle rosse.

Posizionate ieri sera sei esche.
Piantata anche una doppia aiuola di verze di Cremona (due file interlinea 80, 60 sulla fila), pronte verso fine anno.

giovedì 22 luglio 2010

Ode alla pantegana


"Lungi da me,
o pantegana,
che non si senta nel mio cuor
paura e odor"

 Martedì abbiamo iniziato a traguardare la stagione invernale piantando variegato di Castelfranco e Ardelut (seme grosso d'Olanda), aggiunta anche una seconda aiuola di radicchio.

venerdì 2 luglio 2010

Le fatiche di luglio

Il mese di luglio porta grandi soddisfazioni a chi ha ben condotto il fondo nei tristi mesi primaverili ma richiede anche un costante lavoro di manutezione, sarchiatura e annaffiatura.
E' il momento dei primi raccolti e l'attività, confinata per motivi ambientali alle primissime ore del mattino oppure dopo il tramonto, deve procedere con vigore.
Non avendo più notizie da un certo periodo di tempo della guardia giurata alla quale la proprietà era stata imprudentemente affidata fino all'arrivo delle dorifere, si è resa necessaria l'acquisizione di nuova manodopera per gestire i raccolti.
La scelta è caduta sulla manodopera minorile, come si può intravedere dalla foto, una tipologia di lavoratore adatto alla raccolta ai livelli più vicini al suolo e allo stesso tempo poco esigente sul piano retributivo e delle rivendicazioni sindacali (se si escludono le ripetute richieste orinatorie).
Un affare insomma, che non potrà non giovare alla produzione agricola e allo sviluppo imprenditoriale.

domenica 13 giugno 2010

Parassiti demmerda

Ste pezzedemmerda, bastarde, schifose della minchia di ceppa, cazzo, merda si sono installate belle belle sulle nostre patate. E mangiano foglie come se fossero crackers.
All'urlo "bastarde maledette morirete tutte" è scattata immanentemente la lotta biologica integrata (con le mani come consigliato dal Poncini) che ha consentito di decimare la popolazione di larve insidiante la piantagione. In attesa della pozione biologica di larve da spruzzare direttamente sulle piante, un punto ancora oscuro riguarda la mancata sorveglianza del guardiano ufficiale delle coltivazioni, attualmente soggetto a provvedimento disciplinare scritto per omesso controllo e abbandono ingiustificato del posto di lavoro.

mercoledì 26 maggio 2010

Missione segreta

La missione è di quelle cha fanno tremare i polsi: superare i cavalli di frisia e il filo spinato, evitare i VoPos appostati sulle torri di guardia e penetrare in territorio ostile fino al punto di smercio proletario di materiale ligneo rettificato (pali da pomodoro gigante).
Il Consulente Ufficiale era stato categorico: "Non prendete le canne, perchè i legacci scivolano lungo il fusto liscio e la pianta non si regge".
Agli ordini Consulente! Ma l'impresa è ardua. Il punto di smercio è collocato in una remota frazione del paese ostile, nota più per gli ostelli sudamericani ove le donne infrangono il loro onore in cambio del vil denaro che per il materiale tecnico agricolo. Un proditorio cartellone bolscevico annuncia la rivendita: strada sterrata, curva, controcurva, vialetto, casa di campagna e fine della corsa. Un agente infiltrato pronuncia parole incomprensibili: "na cesta, levo", si tratta sicuramente di una sinistra imboscata. Ripresa autonomamente la retta via, a bordo di un'automobile straniera utilizzata per non dare nell'occhio, ecco stagliarsi finalmente lo spaccio di materiale agricolo, noto con il famigerato nome in codice di "Zivex".
L'interno pullula di agenti stranieri. L'addetto alle vendite parla sottovoce: "Ja, pali, pridite". Due metri e cinquanta per venticinque di diametro, pali da vigna assolutamente inutilizzabili per i pomodori, ancorchè giganti. Nel sentire pronunciare la parola pomodori l'addetto alle vendite si rabbuia e ci conduce in un sottoscala. "Tisto je za paradizniku", dice indicando delle robuste canne.
Il Consulente ufficiale ci aveva messo in guardia ma a questo punto non si può più tornare indietro. Occultiamo le canne nel capiente bagagliaio per eludere i controlli doganali e rientriamo in patria, incolumi.
Il Consulente ufficiale non sarà per niente contento.

martedì 25 maggio 2010

pioggerellina dorata (Innaffiatura)

Venti giorni, praticamente consecutivi, di pioggia avevano indotto una percezione piuttosto alterata delle necessità idriche dell'appezzamento: piove, non occorre innaffiare mai, la roba cresce da sola, figata!
Il turgido sole di maggio ha duramente riportato alla realtà gli impresari agricoli. Bisogna bagnare e anche spesso. Secondo la tradizione contadina poi, l'innaffiatura migliore  - lo ricorda anche il Poncini - va fatta nelle prime ore di luce della giornata, possibilmente fra le 5.50 e le 6.45. Ciò per evitare sopprattutto che i raggi Uva/b danneggino le colture, compromettendo la sintesi cloroffiliana e lo sviluppo dei bulbi fruttiferi.
In merito un durissimo monito è arrivato dal Consulente Ufficiale, che con grazia e precisione ha messo in evidenza quella che era un'indiscutibile pratica scorretta. "Coglioni - ha chiosato con classe il Consulente - non bisogna bagnare le foglie, soprattutto dei pomodori, sennò si bruciano e la pianta soffre".
Sante parole, maestro Consulente, seguiremo il tuo verbo ponendo la preziosa pioggerellina solo alla base del fusto, con pazienza e precisione.
Nella foto uno dei famosi pomodori giganti della Casa Rossa, portati in dote all'attività agricola direttamente dal Consulente ufficiale, il quale ha raccomandato l'acquisto di pali in dimensioni adeguate (almeno 2 metri) per sorreggere con efficacia la crescita arbustea.

martedì 11 maggio 2010

Sicurezza e lotta biologica

Si tratta senza dubbio dell'investimento più consistente fatto finora in nome dello sviluppo agricolo imprenditoriale dell'azienda. Ma quando si parla di sicurezza e di lotta biologica non si può certo badare a spese. Al giorno d'oggi infatti, con tutta la malavita organizzata infiltratasi anche nei territori più remoti in nome del business illegale, per non parlare degli stranieri extracomunitari che continuano ad arrivare in numero spropositato rubandoci innanzitutto le donne e quindi anche il lavoro, serve sicurezza e legalità, controllo e ordine.
Come si può chiaramente vedere l'addetto alla sicurezza della nostra proprietà agricola si staglia sempre attento al controllo del possedimento, vedetta prussiana indomita e coraggiosa. Da una postazione dominante controlla le piantagioni e svolge anche un instancabile opera di lotta senza quartiere ai parassiti e soprattutto alla famosa e sfuggente mosca della carota.
Chi avrà il coraggio di sfidare questa guardia armata? Nessuno probabilmente, a meno che non voglia personalmente subirne le dolorose conseguenze. Veglia su di noi e sui nostri cari, guardia giurata. La sicurezza del contadino è in buone mani.

martedì 4 maggio 2010

L'ombra del contadino

L'ombra del contadino veglia sulla crescita delle carote.
Il principale nemico è la mosca della carota: testa sfuggente, ali molto più lunghe rispetto all'addome, zampe gialle. Ste bastarde sfuggenti depongono le uova vicino al colletto, pochi millimetri sotto terra. Il Poncini e il Pucci consigliano emulsioni al carbolineum, in ragione di due decilitri per ettolitro.

Più in generale il Poncini ci viene come al solito in soccorso con una delle sue più efficaci massime filosofiche, che ogni contadino dovrebbe aver scolpita nella propria mente. "Legga il coltivatore - sostiene Poncini - si tenga al corrente perchè, non sarà mai detto abbastanza, la terra si coltiva prima con il pensiero poi con il braccio".

domenica 2 maggio 2010

Piantine

Con una somma assolutamente superiore alla media delle spese annuali dal verdurario, l'impresa agricola è venuta in possesso di una serie di bustine. Si tratta di sementi, per lo più legali, destinati alla semina nel terreno arato. Per facilitare lo sviluppo imprenditoriale e in spregio agli evidenti rischi Ogm di casa da queste parti, sono state acquistate anche alcune decine di piantine della città da distribuire agli eventuali turisti che dovessevo visitare l'appezzamento.


Convergenze parallele

Lavoro finito! Ora si può cominciare a piantare. Ma piantala!




















Fra pochissimo "Lo spargimerda".

Avatuva

Bisogna recuperare il tempo. Quindi, in breve ecco il fondamentale momento dell'avatuva (aratura per coloro che non hanno l'erre moscia). Il trattore è un Maynard Ferguson d'annata (di proprietà del Tempesta ma guidato per l'occasione dal figlio), che ha contribuito non poco all'ottimo successo della fase agricola.













Prossimamente su questi schermi "Lo spargimerda".

martedì 13 aprile 2010

Concorrenza sleale

Nel mentre l'impresa agricola ha deciso di girare il mondo per scovare le sementi più rare e preziose, giunge notizia di un'attività concorrente che rischia di compromettere gli esiti commerciali e industriali dell'attività appena impostata, con effetti disastrosi sulla produttività dell'interno Nordest federale, autonomo, libero.
Per fortuna alcuni dettagli lasciano un po' di fiato alle possibilità di recupero nei confronti del concorrente già avviato alla produzione massiva.
Come si può infatti vedere chiaramente dalla foto l'ombra del male incombe sulla produzione carotifera, con riflessi inevitabili sull'intensità dell'arancio e sul contenuto di betacarotene.
E' altrettanto evidente come il tessuto non tessuto utilizzato dalla concorrenza non sia abbastanza non tessuto per produrre i risultati sperati.

martedì 30 marzo 2010

Vlad Tepes, eccoci!


Il paletto deve essere solo ed esclusivamente di frassino, l'unica essenza arborea in grado di conficcarsi correttamente nel cuore del Principe (no, del conte di Hum si parlerà in altra occasione). Lasciando inoltre perdere tutta la letteratura che assegna al buon Stoker tendenze omossessuali, da cui paletto-frassino-Luttazzi, è venuto il momento di concentrarsi sullo storico momento del primo paletto conficcato nel terreno, per l'avvio ufficiale dell'attività agricola.
Alla cerimonia di inaugurazione sono intervenuti il vicesindaco Garlandi-Farrini nonchè il primo funzionario dell'ufficio agricoltura privata domiciliare dott. Boffa Masnaghi, titolare della pratica di concessione fondiaria incardinata sulla particiella suddetta. E proprio le parole pronunciate dal solerte e inappuntabile funzionario hanno destato la commozione dei numerosi astanti. "Alla crisi economica - ha sentenziato Masnaghi Boffa - si risponde con l'economia e non con il solito lamentoso piagnisteo giudeo-comunista che tanto danno ha già causato al nordest che produce. Oggi celebriamo quindi - ha aggiunto Boffa - un piccolo passo per il contadino ma un grande passo per la contadinanza" [applausi-bravo-lacrime-applausi].
Il primo picchetto si è conficcato morbidamente nella torba umida, guidato sapientemente dai successivi colpi di maglio agricolo. Analoga gloria per il secondo punto fermo orizzontalmente verticale.
Al momento di fissare il terzo punto a definizione del rettangolo la visuale oculare ha messo in dubbio le ferree certezze del Poncini, nota bibbia agricola di riferimento: possibile che per due gruppi familiari il profeta della contadinanza individui un'area coltivabile di 400 metri quadrati? L'arrivo provvido del Consulente ufficiale fuga ogni dubbio. L'agronomia talassomica del massimo esperto si riferiva, ovviamente, al periodo pre-riforma agricola. Cosa peraltro confermata dal Boffa Masnaghi, ricoprente incarichi d'ufficio da ben prima di tale spartiacque.
Nulla di sbagniato quindi, la dimensione agrimensuale è identica ma va calcolata diviso due, causa riforma agricola e meccanizzazione spinta delle campagne, nonvale.
Il quarto e definitivo picchetto può essere gloriosamente issato a congiunzione del rettangolo ideale.
Si può procedere con la fase 2.1: l'aratura.

(si ringraziano gli sponsor tecnici dell'evento: Federazione italiana tennis, Belstaff, Honda agrimotors, coop, Thor martelli e magli, agraria minima).

giovedì 25 marzo 2010

Dati tecnici preliminari


Il latifondo prescelto per l'attività orticola professionale è collocato alla periferia della città di G. e si estende su una superficie complessiva pari a circa 0,15 ettari. All'interno della proprietà è già presente un fondo coltivato da un agricoltore il quale però non rappresenta un significativo problema dal punto di vista della concorrenza commerciale, essendo imparentato con uno dei soci dell'impresa costituenda. L'appezzamento è inoltre dotato di impianto di irrigazione non automatico a tubo, di attrezzi professionali per la coltivazione agricola nonchè di contenitori tecnici per la produzione di letame biologico provenienti da resti edibili umani e non.
Le bibbie agricole di riferimento determinano in modo perentorio l'esigenza agrimensuale per due famiglie medie in circa 400 metri quadrati. Il Poncini, in particolare, a partire dalla quinta edizione del 1981, perchè nelle edizioni precedenti le informazioni erano più vaghe, definisce aspetti tecnici e filosofici fin dal primo capitolo.
Nel dettaglio quale perfetta epigrafe di questa attività imprenditoriale il Poncini afferma: "In questi decenni di meccanizzazione spinta agli estremi che fa dell'uomo il servo della macchina...l'umanità va sempre più scostandosi dalla natura. Chi ha assistito la sera all'uscita delle maestranze da certi opifici dove la macchina impone il suo ritmo; dove le colate abbacinano gli occhi e cuociono le carni...avrà potuto vedere esseri rotti, per molti dei quali, anzichè riposo e sonno, non v'ha, sovente, che la ricerca di eccitanti: alcole, tabacco e peggio".

Impostazione filosofica


Non siamo assolutamente capaci di fare niente.
Mai vista una zappa in tutta la vita mai presa in mano una forca, nemmeno per finta.
Nulla di semenze e lune, niente di niente di rotazione delle culture, ancor meno di concimi e azoto, forse qualcosa di parassiti (ma in altri settori).
Da queste premesse nasce con logica ferrea l'intenzione di creare una vasta piantagione di ortaggi ad uso personale, con il principale obiettivo di sentirci un poco latifondisti, proprietari terrieri, mezzadri, servi della gleba.
Tentativo probabilmente destinato a fallire miseramente per la gioia del nostro verduraro di fiducia. Ma ci si prova, innanzitutto con un'ampissima e approfondita fase di studio, scovando informazioni utili, indiscrezioni, credenze popolari da consulenti di fiducia, esperti, millantatori, parenti stretti, cugini.
I primi brainstorming producono gli effetti sperati: si pianteranno praticamente tutti gli ortaggi commestibili (ad eccezione del topinambur), magari anche qualcosa di illegale.
Definita anche l'attrezzatura minima fondamentale personale consistente in:
- galosce verdi
- tuta da lavoro verde o marrone
- cappello di paglia
- camicia a quadrettoni
Si parte, Isi Benini proteggici!

domenica 21 marzo 2010

Braccia rubate all'agricoltura

Domenica mattina, fine anni Settanta. In attesa o dopo il Gr, che già poco ci interessa, la radio gracchia di cose incomprensibili, di peronospera e di irrigazione, di fiere del tacchino e di prevenzione fitosanitaria.
E la "Vita nei campi".
Che lo spirito di Isi Benini sia con voi.